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NO alla soppressione della raccolta porta a porta

  • Immagine del redattore: Fare Verde Roma
    Fare Verde Roma
  • 28 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 7 feb 2021


Sono gravissime le dichiarazioni rese dall’AD di AMA Zaghis alla Commissione Capitolina Ambiente in merito alla soppressione del servizio di raccolta rifiuti porta a porta per tornare ai vecchi cassonetti stradali in alcuni aree di Roma. - sostiene Fare Verde.

Nel 2007, Colli Aniene e Decima sono stati i primi quartieri della Capitale ad essere serviti dalla raccolta domiciliare. Da febbraio 2008, il nuovo sistema interessò anche Massimina. In pochi mesi si superò il 60% di raccolta differenziata e circa il 90% dei cittadini si dichiarò soddisfatto del nuovo sistema. Fare Verde fu in prima linea per ottenere quel risultato. Ora, proprio in questi quartieri, invece di aggiornare e migliorare il servizio, si vorrebbe tornare indietro di ben 13 anni.


Fare Verde Ricorda come l’estensione del porta a porta è fu portata avanti sia dalla Giunta Alemanno che da quella Marino. Tra il 2010 e il 2016 la raccolta differenziata a Roma è passata dal 20 al 42%.


Un percorso virtuoso bruscamente e inspiegabilmente interrotto con il risultato che la differenziata è aumentata solo dell’1,69% negli ultimi tre anni. Fare Verde sottolinea come l'Amministrazione Raggi, che ha iniziato il suo mandato promettendo “rifiuti zero” ed estensione del porta a porta a tutta la città, ora si appresta a chiuderlo, secondo gli atti di giunta e le affermazioni dell’AD Zaghis, con discariche e inceneritori. Tutto ciò è per Fare Verde intollerabile.

È irricevibile la motivazione della mancanza di fondi mentre l’Amministrazione Capitolina non è capace di approvare il bilancio di Ama da ben tre anni bloccando, di fatto, l’azienda e qualsiasi possibilità di investimento per il futuro. Se la raccolta differenziata ha i suoi costi, una gestione che sembra più tesa al fallimento di AMA che a offrire un servizio di qualità, insieme allo smaltimento di 973mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati non costano meno ai cittadini romani.

Non ci sono i soldi? Si chiedano al Governo come già fatto in passato.

L’AD Zaghis, invece di proporre passi indietro, ci dica a che punto sono gli iter per la costruzione di nuovi impianti pubblici di compostaggio visto che l’organico della Capitale oggi viene smaltito in impianti di terzi nel Nord Italia con un enorme aggravio di costi. Quello di Casal Selce ha già avuto il parere favorevole della Regione Lazio, senza alcun ricorso al TAR.

È incredibile sentir parlare di ritorno dei cassonetti stradali a Roma mentre tutta l’Europa va verso l’economia circolare. Ciò dà la misura di tutta l’inadeguatezza dell’attuale dirigenza di AMA. E se la Sindaca Raggi non è d’accordo, tragga le dovute conseguenze.

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